Time flies and it is already two weeks since I moved to Reykjavik.
Lots of things already happened, lots of weather changing, snow and cold, nights out, laughs and smiles, lots of people met but still no sign of Northern Lights yet.
Reykjavik is a cool place to live in. After only two weeks in town it happens already to walk in the street and meet people I know, stopping by and talking with them like I have been living here for a lifetime. That’s the power of the small places, where you have the luxury to meet a lot of people, that make become big places like London, pale if compared.
I have never drank so much beer in my whole life like in the last two weeks here. The return to the old fashion pint doesn’t help to drink less. The Dutch half pint, that could keep you going even all night especially if drank slowly, here is a far away memory. Everyone drinks fast here, especially during happy hours, when you can enjoy a pint for half price. And happy hours are everywhere in town, starting from 4pm they can go on until midnight. If you are in Reykjavik, you may want to download the free application called Appy Hours, whit the updated list of all the bars that have one ad the cost of the beer.
Working in an Irish bar for the last tow weekends, I have also seen some of the most drunk people in my life ever. Especially women. The impression is that here women drink worse than men. I was almost shocked when yesterday I saw a girl drinking two pints of Guinness in one go, with her mate cheering on her and helping her to get fully wasted.
Apart for it, Icelanders are nice and kind people, even when drunk if compared to some more nasty countries out of a bar. Thy all speak English and don’t make you feel uncomfortable if you don’t know their language. Even though, they are all curious to know what you think about heir language!
Now, their language, people! I am always very honest with them and make them laugh when I tell them I think they speak something pretty similar to Pingu’s language.
Nonetheless, I love their language a lot and I can’t wait to start leaning it. It has been always a dream of mine to learn Icelandic (yes, I am weird!!!) and have to admit when I went to the University in Rome for the first time I had planned to study Icelandic. Unfortunately, there were no courses of Icelandic at the University and I had to study Norwegian.
I am slowly getting familiar with it an stop smiling at every occasion I hear them talking.
At the moment one of the activities I enjoy more is reading the names of the streets laud. Stuff like Krynglumyrarbraut or Smidjistigur can make your day, seriously!
Accomodation wise, after some troubles with the first location chosen, too far from the center where I need to be at the moment, I have been lucky and grateful to Reykjavik Downtown Hostel that has decided to host me until the end of the month.
Great hostel with a high standard of hygiene, privacy, cleaning and most of all of comfort, included ensuite rooms, it is a perfect place for those like me who need to be downtown but don’t want to be on the main party street all the time, where chaos can make your long stay a bit more though.
Reykjavk Downtown Hostel is part of Hostelling International Iceland, together with the newly opened hostel called Loft, on the main road of Reykjavik, a stylish new destination in town. I suggest you guys to go have a beer at the Loft on a sunny day, and sits on the terrace of the 3rd floor enjoying so much the beloved Icelandic sun! Pure bliss!
The Loft looks like the perfect place to be for those who have very few days in town and want to be always there where something happens in town. The hostel organizes also a lot of events which gather together a lot of locals and guests.
Reykjavik Downtown is quieter but not for this less friendly. The staff is great and there is a feeling of home when you enter the lobby or your room. Every bed has its own reading lamp and a side table, I have to admit that many nights I rather preferred to relax in bed rather than staying out too late.
Last, but not least, the view on the top floor of Reykjavik harbour is simply stunning.
For the rest, I can say that living in Reykjavik is so much different than being here only as a tourist. It is like you really open your eyes and see around. What you see is a cosmopolitan and international town and society where lots of cultures and nationalities live together respecting each other. When you are a tourist you tend to see only Icelanders around you. When you live here you see and meet every day people like you ho have chosen to come to live in this far and cold pat of the world, each of them for a different reason, for different time of life. I call them the Icelanders you won’t expect, from Morocco, Guyana, Mexico, Spain, a far away corner of the world in North of the world!
I keep talking about them and discovering them on the page of Humans of Iceland together with some more local smiles that I keep crossing path with every day.
This is my magic Iceland. I have created an hashtag (#mymagiciceland) so that you can find online my emotions, my daily life, my experience and my 1st impressions of this new adventure, just started and already full of life.
Il tempo vola e sono già passate due settimane da quando mi sono trasferita a Reykjavik. Sono già successe tante cose, tanti cambiamenti di tempo, tanta neve e tanto freddo, tante notti fuori, risate e sorrisi, tanta gente incontrata ma ancora nessun segno dell’Aurora Boreale.
Reykjavik è un bel posto per vivere. Dopo solo due settimane mi capita già di camminare per strada ed incontrare persone che conosco, fermarmi ed iniziare a chiacchierare come se fossimo amici da una vita. Questo è il potere dei posti piccoli, dove si ha il lusso di conoscere ed incontrare le persone facilmente, e che a confronto fanno impallidire posti sterminati come Londra.
Non ho mai bevuto così tanta birra come nelle ultime due settimane della mia vita. Il ritorno alla vecchia cara pinta non aiuta di certo a bere di meno. La mezza pinta olandese, che ti faceva andare per ore, a volte anche bevendo tutta la notte, e che implicava un processo del bere molto più lento, qui è un vecchio ricordo.
Tutti qui bevono velocemente, soprattutto durante gli innumerevoli Happy Hours in cui una birra costa la metà. Gli happy hours sono in quasi ogni bar della città, cominciano ogni giorno alle 4 e in alcuni posti terminano anche a mezzanotte, Se capitate a Reykjavik, vi consiglio di scaricare l’application Appy Hours con la lista aggiornata di tutti i bar in città che ne hanno uno e relativo costo di una pinta.
Lavorando in un pub irlandese negli ultimi due weekend, ho visto la gente più ubriaca del mondo. Soprattutto le donne. L’impressione qui è che le donne bevono peggio degli uomini. Ero quasi shoccata ieri quando ho visto una ragazza ingurgitare due pinte di Guinness in un tiro, mentre la sua amica le faceva il tifo e l’aiutava a tenergli il bicchiere e a distruggersi.
A parte questo, però, gli islandesi sono delle persone gentili e cordiali, anche quando ubriachi se paragonati a gente di pub di altri paesi.
Parlano tutti inglese e non ti fanno sentire a disagio se non conosci la loro lingua, anche se sono tutti curiosissimi di sapere cosa ne pensi dell’islandese.
Ora, la loro lingua, gente! Io sono sempre molto onesta con loro e li faccio ridere quando gli dico che per me parlano un po’ come Pingu.
Nonostante questo, amo tantissimo l’islandese e non vedo l’ora di iniziare a studiarlo. E’ sempre stato un sogno imparare questa lingua (si, sono strana) e devo ammettere che quando ero andata ad iscrivermi all’Università di Roma avevo in mente di studiare Islandese. Purtroppo però mi era stato annunciato che non c’era alcun corso di islandese e per questo avevo dovuto ripiegare sul Norvegese. Ora sto pian piano facendo conoscenza con questa lingua e ho quasi smesso di sorridere ogni volta che li sento parlare.
Al momento una delle attività che mi diverte di più è leggere i nomi delle vie ad alta voce. Cose come Krynglumyrarbraut e Smidjistigur rendono la giornata interessante!
Per quanto riguarda il posto n cui vivo, dopo alcuni problemi legati al primo posto dove sono andata a vivere troppo fuori dal centro, dove invece ho bisogno di essere adesso,sono stata fortunata e grata al Reykjavik Downtown Hostel che ha deciso di ospitarmi fino a fine mese.
Ostello meraviglioso, con un alto livello di igiene, privacy, pulizia e soprattutto comfort, incluso un bagno privato in ogni stanza o dormitorio, è il posto perfetto per quelli come me che hanno bisogno di stare in centro ma non necessariamente nella strada dei locali dove il caos può trasformare il pernottamento in un incubo.
Il Reykjavik Downtown Hotel fa parte della catena Hostelling International dell’Islanda, assieme al Loft, ultima stylish destinazione appena aperta in città sula via principale. Se capitate a Reykjavik in estate vi suggerisco di cuore di andare a godervi una birra sul terrazzo del Loft al terzo piano, con vista sulla città!. Pura goduria!
Il Loft è il posto perfetto per coloro che hanno pochi giorni in città e vogliono essere sempre là dove è l’azione. L’ostello organizza anche tanti eventi per far incontrare i suoi ospiti e la gente del posto.
Il Reykjavik Downtown è più tranquillo ma non per questo meno amichevole. Lo staff è magnifico e si ha un senso di accoglienza e di casa quando si entra nella lobby o nella propria stanza. Ogni letto ha la sua lampada da lettura e un comodino e devo ammettere che molte notti preferisco piuttosto rilassarmi a letto invece che fare tardi fuori.
Ultima cosa, ma non meno importante, la vista dal piano superiore sul porto di Reyjavik, vale già di per sé l’alloggio.
Per il resto, posso dire che, come per ogni altro posto al mondo vivere a Reykjavik è molto diverso che fare il turista. E’ come se aprissi gli occhi veramente per guardarti intorno. E ciò che si vede è una società cosmopolita ed internazionale che vive insieme nel rispetto degli altri.
Quando si è turisti si tende a vedere solamente gli islandesi intorno. Quando si vive qua, ogni giorno si incontrano persone che, come me, hanno deciso di vivere in questo paese lontano, ognuno di loro con una propria storia e un proprio motivo. Io li chiamo “gli islandesi che non ti aspetti”, dal Marocco alla Guyana, dal Messico alla Spagna, un piccolo cuore lontano nel nord del mondo.
Ne parlo e continuo a scoprirli nella mia pagina Humans of Iceland, insieme agli altri sorrisi che incontro nel mio sentiero quotidiano.
Questa è la mia magica Islanda. Ho creato un hashtag (#mymagiciceland) così potete trovare online tutte le mie emozioni, la mia vita quotidiana, le mie esperienze e le mie prime impressioni di questa nuova avventura, appena iniziata e già piena di vita.
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