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The Fish River Canyon was the last signpost of Africa and of our trip, a very metaphorical travel landmark where we all realized we were getting to the end and most of all the real Africa had been left behind.
A place of extraordinary beauty, the second biggest canyon in the world gave all of us the emotion of one of the most stunning sunsets seen around the world. The sky started to slowly change shape and colors and become redder and redder. The clouds looked almost like been blown away by the wind a the horizon, and while the sun painted the entire sky in bloody red colors in front of our eyes.
The Fish river canyon was a great nice feeling of renewed hopes and happiness after the malaria adventure with Anna Begga. Both extremely tired, i think we were also the happiest to be back on the road and somewhere different once more, and somewhere beautiful again.
This is the page I wrote just after it, when a bit of melancholy started to take over the excitement of the day. Africa was disappearing from the horizon and this is what I felt over there.
Namibia June 4th, 2013
We are no leaving Namibia, this enchanting land that signed the end of the real Africa but that, on only 3 weeks, managed to steal our hearth anyway, with its dreamlike landscapes, among red sand dunes, ghost towns, the wonder of the Fish River Canyon and its unforgettable sunsets, where it looked almost like you could see the sky getting painted by an invisible hand.
The desert is slowly disappearing at the horizon, bringing with him its silences, the infinite, its neverending spaces. Soon e will enter South Africa and even if we are still in Africa, still on this continent, this passage will really sign the end of this journey through such an unbelievable continent , an extraordinary land of extraordinary beauty, the end of a unique experience that will be not only impossible to forget but also impossible to properly describe, a land I start to miss already now, today, here . Namibia has been a perfect way to smooth the hard passage between Africa and South Africa, a smooth way to come back to the white world. We need its deserts to rest our mind and absorb the shock of finding ourselves out of Africa. Its hot showers have helped us to make everything easier and smoother even though I have already often missed the non white world, left over there, just behind the other border of this country.
The sun in Namibia has become colder, the air at night chiller and there is a bit if sadness in the atmosphere, like it is always at the end of a big travel.. te landscape around is surreal, we cross infinite kilometers of nothing, of desert, whose beauty gives us the last ecstatic African emotion.
Roads and long and empty in namibia. Sometimes we come across a small village that is different from those crossed in all the apst months not only for shape and dimension but mostly for the life in ti, that social life lived outside, shared together, the kids screams and smiles,the noise in the street, the women smiles, the smell of food and the sound of loud radios, the life of that world that we had slowly learned to live in and love and that has suddenly disappeared down here.
I am leaving the real Africa, my Africa right here , where I leave a piece of my traveller hearth , too. It is here that travel dreams come to rest!
Manu
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Il Fish River Canyon, l’ultimo segnaposto dell’Africa e del nostro viaggio, un simbolo con un forte significato metaforico dove abbiamo tutti capito che stavamo arrivando davvero alla fine e soprattutto che la vera Africa l’avevamo davvero lasciata alle spalle.
Un posto di straordinaria bellezza, il secondo canyon più grande al mondo ci ha dato l’emozione di uno dei tramonti più belli mai visti al mondo. Mentre stavamo tutti lì, ad ammirare l’abisso che si estendeva davanti ai nostri occhi, il cielo ha iniziato a cambiare forma e colore e a diventare sempre più rosso. Le nuvole sembravano quasi come soffiate via dal vento all’orizzonte, mentre il sole dipingeva di rosso sangue il mondo che avevamo negli occhi.
Questo posto ha ispirato sentimenti di rinnovata speranza e felicità dopo l’avventura della malaria di Anna Begga. Entrambe stanchissime, penso ceh eravamo le due più felici di essere ritornate per la strada e comunque in un nuovo e bellissimo posto.
Questa è la pagina che ho scritto subito dopo, quando un po’ di malinconia ha iniziato a prendere il sopravvento. L’Africa stava scomparendo sotto i nostri occhi e questo è ciò che provavo:
Namibia, 4 Giugno 2013
Stiamo lasciando la Namibia, questa terra d’incanto che ha segnato fin dall’inizio la fine dell’Africa vera, ma che pure in 3 settimane è riuscita a rapirci nei suoi paesaggi da sogno, tra dune di sabbia rosse, città fantasma, la meraviglia del canyon e I suoi tramonti indimenticabili, dove davvero sembrava di poter vedere il cielo dipingere.
Il deserto pian piano scompare alle nostre spalle, all’orizzonte, portandosi via i suoi silenzi, l’infinito, i suoi sconfinati spazi. Tra poco entreremo in Sud Africa e, anche se ancora su questo continente, in realtà questo passaggio segna davvero la fine di un viaggio e di uan terra straordinaria, di un’esperienza unica che sarà non solo impossibile da dimenticare ma ugualmente impossibile da raccontare, che mi manca già, che porterò sempre nel cuore per sempree dove spero di ritornare presto. La Namibia è stato un ottimo ammortizzatore tra l’Africa vera e il nuovo mondo, rappresentato dal Sud Africa. Avevamo bisogno dei suoi deserti per riposare la mente e assorbire lo shock del non trovarsi più laggiù.le sue docce calde ci hanno aiutato a rendere il tutto più gradevole, anche se spesso ho rimpianto il mondo non bianco.
Il sole in Namibia si è fatto tiepido, l’aria di notte fredda, e c’è un po’ di tristezza nell’atmosfera di fine viaggio. Il paesaggio intorno è surreale, attraversiamo distese sconfinate di nulla, di deserto, la cui bellezza ci dà l’ultima estatica emozione africana. Ogni tanto passiamo qualche villaggio che solo nella forma delle case differisce da quelli attraversati in questi mesi di Africa, ma che pure manca di vita, di quella vita sociale , di strada, di quei volti e quegli sguardi, di bambini chiassosi e donne sorridenti, di profumi di cibo e voci di radioline a tutto volume, di quel mondo a sé che abbiamo visto e conosciuto, in cui abbiamo imparato a vivere e soprattutto ad amare.
Lascio la vera Africa laggiù, dove lascio anche un pezzo del mio cuore di viaggiatrice.
È qui che vengono i sogni a riposarsi…
Manu
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