Questo Interrail non poteva non concludersi in modo più maestoso e mirabile, con la salita al Pulpito. Raccontare l’emozione e’ cosa quasi improbabile.
Prima la salita, faticosa ma cosciente di una meta che saprà dare grandi ricompense, e poi l’arrivo e lo spettacolo dell’infinito ai propri piedi, la paura cosciente della propria psiche, dell’aria, di ogni singolo movimento fisico e psichico che possa farti vacillare. Tutto e’ labile, ma la soddisfazione raggiunta per una meta cosi’ voluta, e’ immensa.
E’ stato come camminare verso la Vita e il destino umano, con una montagna impervia da scalare, che se fatta bene , può regalare il sapore dell’Infinito.
E al ritorno non si e’ più gli stessi: scompare la paura del vuoto e si diventa un tutt’uno con ciò che si vive.
E se alle Lofoten avevo toccato la mano di Dio, lassù al Prekenstolen gli ho accarezzato il volto.
Il mio Panteismo ha raggiunto vette esorbitanti in questi giorni e ora si erge potente sulla vita.
Il viaggio finisce cosi’.
Prossima fermata: Oslo.