Ho lasciato il Nord dell’Islanda, Isafjordur, con tristezza oggi. Sapevo che se fossi rimasta più a lungo sarei rimasta bloccata qua per il cattivo tempo. Ma sulla via che conduceva all’aeroporto e poi soprattutto sull’aereo, guardando a tutta quella bellezza cosi’ pura ed incontaminata sotto i miei piedi, mi sono sentita davvero triste nel ripartire.
Isafjordur non mi ha mostrato l’Aurora Boreale, a causa di una tempesta di neve che mi stava aspettando la scorsa notte, ma quasi non fa niente. Quel posto mi ha dato la sensazione stupenda di essere parte di qualcosa di unico, come questo viaggio, sconosciuto ai più ma non ai miei occhi: terrò questa emozione con me fino al giorno in cui ritornerò. E´ stato strano tornare a Reykjavik. Felice di avercela fatta, ma triste nel lasciare un posto in cui sono stata troppo poco.
Reykjavik mi ha riaccolta con una tempesta di neve. All’ostello, la mia casa in centro, mi hanno invece riaccolto con un sorriso. Comincio a conoscerli tutti ora.
A causa dell’acqua ghiacciata che mi sono beccata ieri sugli scogli, quando sono stata investita da un’onda gigantesca mentre facevo delle foto, ho un terribile mal di schiena adesso.
Il ragazzo del bar, dolcissimo, mi ha suggerito di riprendermi con il miglior piatto di pesce in città, cosi’ mi sono coccolata con un plake (koli) con la salsetta di pomodori…che pesce mi sarò mangiata non lo so! Aveva un sapore di mare e di selvaggio, e, assieme ad una birra di natale, mi ha fatto passare il dolore.
Reykjavik e’ il cuore di questo paese. Fa del suo meglio per coordinare i viaggiatori che arrivano fin qui per vedere qualcosa di diverso.
Domani vado a Sud. Una buona nottate di sonno, spero, e poi mi stanno già aspettando due stupende cascate, una delle quali famosa, dicono, perché vi si può persino camminare dietro, e le spiagge nere di lava a Vik. Sara’ un altro giorno di ispirazioni.
A Reykjavik ogni mezz’ora nevica in maniera diversa, dai soffici fiocchi che cadevano al mio arrivo ai puntini invisibili che neanche si notano, a meno che non si scruta il cielo. Mi piace Reykjavik. E’ dolce e amichevole.
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