Here it’s some of the most common questions I had to answer once back home
How was it? How is Africa?
Africa is a wonderful land and the trip was amazing. It is still too early to talk about it and tell you everything, I feel I have to absorb the thousands emotions felt over there, understand I am back then I will be ready to start my story.
What did you eat?
We cooked once a day, at night, when we were stopping somewhere to sleep. Each night two of us had to cook, mainly spaghetti or rise either with tin can vegetables or with fresh vegetables found at the local market. The variety of the vegetables depended on the place we were. Sometimes there were aubergines, sometimes courgettes, potatoes, corn, tomatoes, but often we found ourselves in paces where there was literally nothing on the market stalls. Most of the time we were eating vegetables when we were cooking, as in the group there was vegetarian, but everytime we were eating street food, we, at least I, always tried the local food, meat on a steak, friend bananas, roasted chicken or whatever they were preparing, as it was delicious.
Before leaving everyone had recommended me not to eat street food in Africa but I did t and it was great all the time, made with love, and I never got sick once in six month.
Did you or any of your travel mates ever got sick in Africa?
I personally didn’t. I had a bad flue one of the first days of the trip, when we were still in Iceland, due to the cold, and at the FarOer I got an infection in on eye that became all red and stayed like that until France when I got some anti-biotics and finally got better. Since then, incredibly , I never got sick again. I had a stomach ache once for half an afternoon in Cameroon and I felt dizzy for a couple of days in Gabon, maybe because it was too hot or I was too tired, but I never felt badly sick.
It was not like this for some of the people who were travelling with me. Two of them got the malaria, whose course was horrible to observe and one was even forced to go back home as she got a dangerous eye infection due to something that went in her eye and was not cured properly. It is in these occasion you understand how difficult life in Africa can be, especially for the locals who don’t have our medicines orvaccinations.
What was the most unforgettable adventure of this trip?
Talking about malaria, it was that one the most unforgettable adventure of my Africa. One of the girls on the truck, ad my tend mate in the last two months of the trip, got the malaria probably in Congo, but it was in Namibia that it got worse and worse and after a local doctor told her it was only stomach ache and suggested her to drink a lot coca cola zero with a bit of sugar in order to get better, she decided to go to the hospital to check better. It was the day she got really bad. I went with her at the hospital of Walvis Bay while the rest of the people left to go to see some other sites and come back after a couple of days. At the hospital they immediately found out it was malaria an finally started to cure it.
Malaria is scary. I was scared for her, for being the to of us alone in Africa without knowing anything of a sickness that can even bring to death.
We made it together. We both spent 3 unforgettable days in the hospital, and while she was fighting malaria, I was taking care of her and in the meanwhile getting to know all the patients and staff of that tiny and efficient hospital, who treated both of us with care and love. When we left that hospital, after 3 days, we both felt like warriors who had just won the war!
What is the most beautiful country you have seen?
Geographically speaking it was Cameroun for sure, with its majestic mountains in the middle of the rainy forest, with its dark beaches and its beautiful and friendly people but humanly speaking it was Guinea and Togo, the countries with the most friendly and amazing people met in Africa.
Namibia was a pleasure for the eyes as well, so it is for Morocco, but every country left me something to remember forever.
How did you shower?
Showering, or better, washing yourself in Africa is a daily challenge. If we were lucky enough to find some water from a well, we first had to take it out, then put it in a plastic bucket and finally shower, else throwing some cold water on you head to refresh it. You are never totally clean in Africa, and it takes you less than 1 minutes to get dirty again, but the important thing is the feeling: you feel clean after a bucket shower, and even if you dry yourself with a dirty towel afterwards you keep having the best feeling ever.
How did you shower if there was no water?
If there was no water, I didn’t shower!
How were your travel mates?
They were nice people. Of course in a 6 month trip it is impossible to get along with 16 people, there were people I got along better than others. Some of them had never travelled before, and it was sometimes difficult to find a compromise when it was abut deciding if going to go to visit somewhere new or remaning on the same boring beach for another week, some of them had a totally different concept of travelling than mine. Some of them were very particular people I would have never got to talk to if it was not for this trip, some were very childish, some very selfish, some simply great!
It was nice to cross Africa with them, but now can’t wait to travel alone, again!
Come è l’Africa?
L’Africa è meravigliosa e questo viaggio è stato stupendo. È ancora troppo presto per parlare di tutto ciò che ho visto laggiù, sento di dover ancora assorbire le migliaia di emozioni provate, devo capire che non sono più là, solo allora sarò pronta ad iniziare la mia storia.
Cosa mangiavate?
Ci cucinavamo una volta al giorno, di sera, quando ci fermavamo da qualche parte per dormire. Ogni sera due di noi avevano il compito di cucinare, di solito spaghetti o riso con verdure varie, fresche o in scatola. La varietà di verdure dipendeva dal posto in cui ci trovavamo. A volte trovavamo melanzane, a volte zucchine, patate, zucca…a volte niente perché non c’era letteralmente niente nel posto in cui ci trovavamo. La maggior parte delle volte mangiavamo verdure quando cucinavamo noi, a causa della presenza di vegetariani nel gruppo, ma quando mangiavamo per strada, io cercavo sempre di assaggiare tutto, dagli spiedini alle banane fritte, al pollo arrostito o alla manioca bollita o qualsiasi cosa stessero preparando perché tutto era delizioso.
Prima di partire tutti mi avevano raccomandato di non mangiare niente per strada in Africa ma io l’ho fato sempre, e l’ho sempre trovato gustoso, preparato con amore e soprattutto non ha mai fatto male, in sei mesi.
Vi siete mai ammalati in Africa?
Io personalmente no. All’inizio del viaggio, quando eravamo ancora in Islanda, ho preso una brutta influenza a causa del freddo, e alle Far Oer un’infezione all’occhio destro mi ha dato fastidio fino in Francia, quando finalmente ho preso degli antibiotici e sono migliorata. Dopo di ciò no mi è più venuto niente per tutto il resto del viaggio.
In Cameroun ho avuto il mal di stomaco per mezzo pomeriggio, e mi sono sentita debole per un paio di giorni in Gabon, per il caldo o la stanchezza, ma non sono mai stata male sul serio.
Non è stato così per alcuni de miei compagni di viaggio. Due di loro si sono prese la malaria, il cui corso è qualcosa di orribile da osservare e una di loro è stata persino costretta a tornare a casa a causa di una pericolosa infezione ad un occhio dovuta a qualcosa che le era entrato nella cornea e che non era stato curato a dovere. Èin queste occasioni che si capisce quanto la vita in Africa possa essere dura, soprattutto per la gente del luogo che non ha vaccini, medicine e cure adeguate.
Quale è stata l’avventura più indimenticabile di questo viaggio?
A proposito di malaria, è stata forse quella una delle più indimenticabili avventura della mia Africa.
Una delle ragazze del gruppo, e mia compagna di tenda degli ultimi mesi, ha preso la malaria forse in Congo, ma è stato in Namibia che le sue condizioni sono peggiorate e , dopo che il primo dottore le aveva diagnosticato un semplice mal di pancia, da curare bevendo coca cola zero con un pizzico di zucchero, a Walvis Bay aveva finalmente deciso di andare in ospedale. Quel giorno le sue condizioni erano peggiore tantissimo. Sono andate con lei all’ospedale mentre il resto del gruppo è andato da qualche altra parte a vedere qualcosa nel deserto, decidendo di tornare dopo un paio di giorni. All’ospedale le hanno diagnosticato la malaria immediatamente e finalmente hanno iniziato a curarla.
La malaria fa paura. Io stessa mi sono spaventata per lei, per noi, sole in Africa senza sapere niente di questa malattia che può portare finanche ala morte.
Ce l’abbiamo fatta assieme. Abbiamo passato entrambe 3 indimenticabili giorni in ospedale e mentre lei lottava contro la malaria, io mi prendevo cura di lei e conoscevo anche tutti gli altri pazienti e lo staff di quel piccolo ma efficiente ospedale, che ci ha trattato con cura e amore.. Quando siamo uscite di là, dopo 3 giorni, ci siamo sentite entrambe come guerrieri che avevano appena vinto la guerra.
Quale è stato il paese che ti è piaciuto di più?
Geograficamente il Cameroun, con le sue maestose montagne nel mezzo della giungla, le sue spiagge nere e la gente cordiale, ma umanamente sono state la Guinea e il Togo a rubarmi il cuore con alcune delle persone più belle ed eccezionali di tutta l’Africa.
La Namibia è stata un piacere per gli occhi, così come il Marocco, anche se ogni paese attraversato e conosciuto mi ha lasciato qualcosa di cui ricordarmi per sempre.
Come vi lavavate?
Fare la doccia, o meglio,lavarsi, in Africa è un sfida quotidiana. Se eravamo abbastanza fortunati da trovare un pozzo con dell’acqua, prima di tutto dovevamo tirarla fuori, poi versarla in un secchio di plastica ed infine versarcela, fredda, addosso. Non ci si sente mai totalmente puliti in Africa mentre invece ci si risente in meno di un minuto, ma la cosa più importante è la sensazione che si prova: quella sensazione di pulito che, anche se ci si lava con un secchio d’acqua e ci si asciuga con un asciugamano sporco, nessuno ci toglierà mai.
Come vi lavavate se non c’era acqua?
Se non c’era acqua, non ci lavavamo.
Come erano i tuoi compagni di viaggio?
Erano delle belle persone. Ovviamente in un viaggio di sei mesi è impossibile andare sempre d’accordo con tutti. Alcuni di loro non avevamo mai viaggiato seriamente prima di allora, e a volte era difficile trovare un compromesso quando si trattava di decidere se andare a visitare un posto oppure rimanere sulla stessa spiaggia per altri sei giorni mentre altri avevano un concetto del viaggiare totalmente diverso dal mio.
Alcuni di loro erano delle persone proprio particolari, con cui non mi ci sarei fermata mai nemmeno a parlare se li avessi incontrati in un contesto diverso da quello del camion arancione, altri erano molto infantili o egoisti, altri ancora semplicemente stupendi.
È stato bello attraversare l’Africa con loro ma ora non vedo l’ora di viaggiare di nuovo da sola!