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Allora, prima impressione di questa Islanda e degli islandesi: e’ un’isola calda, lontano sembra il mondo scandinavo quassù’.
Gli islandesi non sono alti come immaginavo, e c’è una quantità di gente con i capelli castani che e’ molto più’ alta della media dei popoli a queste latitudini. E poi son o allegri e aperti, aspettano che il mondo venga a visitarli per accoglierlo a braccia aperte. Sembrano testardi e orgogliosi, ma anche socievoli e aperti a nuovi contatti. Non mi sento sola camminando per le vie di questa città, anche se e’ piccola e le vie sono abbastanza disabitate.
La città’ e’ piccola e colorata. I tetti rossi, rosa, blue e verde delle case contrastano con il cielo permanentemente grigio che ne domina il paesaggio. La città e’ calda, anche geograficamente. Un sistema che sfrutta l’acqua calda dal sottosuolo fa si che le strade siano sempre riscaldate per cui non c’è neve in centro città.
Spero di vedere l’Aurora una di queste sere, anche se sembra difficile.
E poi c’è il concetto di spazio, che qui e’ solo intuibile ma che sembra infinito e in contrasto col numero di persone che si incontrano per strada. Si avverte, e’ nell’aria, e appena supererò il confine di Reykjavik per dirigermi a Nord penso che ne faro’ esperienza.
Insomma, mi sento piacevolmente accolta e coccolata da questa città, cosi’ particolare, rara e preziosa, cosi’ aperta al mondo eppure fiera della sua unicità, del suo mondo nordico ancora tutto suo.
Stiamo a vedere.